E’ dalle pagine del Quotidiano che l’associazione ambientalista della sezione di Lecce e del presidio di Maglie, lanciano l’allarme per il rischio desertificazione in Salento e sulla cura del verde pubblico
Marcello Secli, presidente dell’associazione spiega «Nonostante Ie catastrofi quotidiane, con i conseguenti danni ambientali, sanitari, economici e sociali si continua a cementificare altri terreni. Le cause di questo incalzante processo di desertificazione sono oramai conosciute: dall’ espansione urbanistica alle infrastrutture stradali inutili o sovradimensionate, dalle aree industriali e commerciali megagalattiche alle attività estrattive, dalle seconde case ai villaggi tu- ristici, dall’ improprio smaltimento dei rifiuti all’uso scellerato della chimica in agricoltura, dall’ emungimento incontrollato delle falde all’ inadeguata installazione di impianti di energia rinnovabile». Ed é proprio su questo punto che si sofferma Seclì.
Interventi , spiega il Presidente , che di green hanno solo il nome della società o dei progetti; ed elenca una serie di progetti presentati tra la fine dello scorso anno ed i primi di quest’anno, in Provincia o in Regione, per una superficie totale di cento ettari.
Si tratta degli impianti di Nardò dalla potenza di 46 MW che andrebbe ad occupare una superficie agricola di 44 ettari; Galatina da 42 MW per una superficie di 21 ettari; Corigliano d’Otranto da11 MW per l7ettari; Guagnano da10 MW per 5 ettari; Porto Cesareo da 6 MW per 3 ettari; Copertino da 3 MW per 1,5 ettari.
«Se questi impianti dovessero esserre realizzati circa l00 ettari di suolo agricolo verrebbero ad essere sacrificati e desertificati per un uso sconsiderato e speculativo dell’ energia solare, che può trovare allocazione sulle abitazioni, sui capannoni industriali e sulle strutture pubbliche, come sui serbatoi AQP della collina di Parabita, ed a vantaggio dei cittadini e delle imprese locali, lasciando il suolo agricolo libero per l’agricoltura e svolgere le sue funzioni vitali per l’ambiente e il paesaggio».
Ad essere contestate infatti non sono le tecnologie ma l’allocazione degli impianti che comporta «uno stravolgimento degli habitat territoriali, il consumo di risorse naturali ed una pesante alterazione del paesaggio». Di certo in questo ambito non hanno aiutato le regole nazionali, regionali e locali , così che queste ‘energie’ si sono rivelate inadeguate, “sporche” e impattanti com’é avvenuto in Capitanata con l’eolico e nel Salento con il fotovoltaico».
Da qui l’appello ad una seria programmazione.
«Il problema — conclude Marcello Seclì — é quello della inadeguata pianificazione energetica e ambientale per produrre energia, come e dove produrla e come utilizzarla, funzioni che spettano alle istituzioni, le quali pero non sempre svolgono con rigore le funzioni per cui esistono,lasciando così spazio a quelle società che intendono trarre profitto sulla testa dei cittadini e che continuano a desertificare il territorio».
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Altro fronte caldo è il verde urbano , in particolare nel mirino di ItaliaNostra Presidio di Maglie dove gli alberi storici sarebbero stati scapitozzati malamente «Si tratta di interventi — spiega il presidente Mario Maestoso — che interessano alberature storiche, quasi centenarie, da sempre curate con potature rispettose della natura delle piante. Gli interventi in corso, determinando grossi tagli al tronco ed alle branche, porteranno nel tempo a marciumi del legno, alla crescita di rami disordinati, con conseguenti attacchi parassitari difficili da controllare senza far uso di pesticidi. Eventualità quest’ultima che porta all’intossicazione dell’ambiente dove vivono le persone».
Le criticità evidenziate non si fermano qua.
«Per ultimo e non da meno, i rami, una volta lignificati, essendo cresciuti in modo disordinato, durante le giornate ventose e di temporali — continua il presidente — determineranno rotture o stroncamenti che possono arrecare alle persone e alle cose danni gravissimi. Peraltro la potatura viene eseguita in modo differente con altre piante che risultano potate “a siepe”, mentre la potatura da sempre e stata eseguita con l’uso solo di forbici e piccoli seghetti».
Per il referente di Italia Nostra, é necessario verificare la correttezza delle operazioni di potatura.«La sezione di Lecce di Italia Nostra, insieme al presidio di Maglie, che ha nelle sue finalità statutarie la conoscenza e valorizzazione dei beni culturali e naturalistici della nostra terra, auspica con spirito collaborativo che le istituzioni responsabili della cura e gestione del verde pubblico magliese si adoperino per migliorare la qualità della vita urbana».
Fonte Quotidiano di Puglia (A.N.)